Ministero Lavoro, Rapporto annuale vigilanza 2015

 

22 Marzo 2016

rapporto-vigilanza-2015

È stato reso noto il 3 marzo 2016 da parte del Ministero del lavoro (dopo aver diffuso alcuni dati già nel report pubblicato a metà febbraio) il consueto rapporto annuale vigilanza effettuata sul territorio dagli organi ispettivi ministeriali, nonché da ispettori di INPS ed INAIL.

In linea con il programma previsto, le verifiche sono andate a evidenziare fenomeni significativi di irregolarità in ambito di contrasto del lavoro sommerso e altre forme di elusione della normativa vigente.

Il primo importante dato evidenziato è quello relativo al numero complessivo di aziende ispezionate, con la precisazione che il servizio di intelligence ha consentito una selezione mirata di casi definiti “patologici”, con la finalità di individuare infrazioni radicate in particolari settori merceologici e in zone geografiche particolarmente soggette al rischio.

Rispetto all’anno precedente si registra un incremento del numero delle aziende ispezionate, pari circa al 4%; risultato ancora più apprezzabile in considerazione del calo sostanziale del personale ispettivo a disposizione, superando di fatto del 10% circa le previsioni di inizio anno. Gli incrementi delle verifiche a livello regionale più marcati riguardano le regioni Basilicata (+65%), Molise (+27%), Calabria (+22%) e Toscana (+18%), mentre in relazione ai settori merceologici le attività maggiormente oggetto di ispezioni risultano quello merceologico (29,43%), il commercio (16,94%), i servizi di alloggio e ristorazione (15,39%) e le attività manifatturiere (10,8%).

I risultati delle ispezioni evidenziano un complessivo aumento delle infrazioni riscontrate rispetto all’anno precedente (66% delle realtà ispezionate risultano in qualche modo non conformi, rispetto al 64% del 2014). In particolare, le sole attività verificate dal personale ministeriale territoriale evidenziano una crescita delle irregolarità riscontrate del 7% circa rispetto all’annualità precedente.

Anche la percentuale di lavoratori irregolari accertati è in crescita rispetto al 2014, con un valore che si assesta intorno a 6,5 punti percentuali e che, ferme restando alcune considerazioni d’obbligo in merito alle dimensioni medie delle aziende ispezionate, vede maggiormente interessati dalle infrazioni il settore dell’alloggio e ristorazione, dell’edilizia e quello manifatturiero. Le regioni in cui si evidenziano invece il maggior numero di lavoratori irregolari, in termini di dati assoluti sono la Lombardia, la Campania, la Puglia e la Toscana.

I lavoratori in nero, all’interno delle irregolarità lavorative, costituiscono significativamente il problema più importante (il 53% dei lavoratori irregolari sono in nero); questo dato evidenzia lo sforzo congiunto degli enti ispettivi coinvolti nelle verifiche, finalizzato alla lotta di questo fenomeno ampiamente diffuso che ha portato all’erogazione di 41.570 maxi sanzioni sul territorio nazionale.

Nell’ambito di queste ultime verifiche rientra anche la lotta al fenomeno, particolarmente diffuso nel settore agricolo, noto come “caporalato” (reato attribuibile a chi, svolgendo un’attività organizzata di intermediazione nel lavoro, recluti manodopera od organizzi l’attività dei lavoratori attraverso il loro sfruttamento, mediante violenza, minaccia o intimidazione, approfittando del loro stato di bisogno o di necessità)- Codice penale articolo 603-bis.

Nel 2015 con attività ispettive concentrate soprattutto nel periodo estivo ed eseguite da speciali Task Forces, sono stati effettuati, controlli in più di 8000 aziende da cui sono emerse più di 700 irregolarità riconducibili al caporalato.

In linea con il documento programmatico sono state effettuate ispezioni mirate al controllo sulle attività delle cooperative, su un totale di 3622 attività ispezionate sono state evidenziate infrazioni nel 50% dei casi circa, con un recupero di contributi e premi evasi pari a circa 48 milioni di Euro.

Il numero dei lavoratori extracomunitari clandestini travati al lavoro è in aumento del 68%, così come quello dei lavoratori minorenni che cresce del 9%, soprattutto nel terziario.

La vigilanza tecnica in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro ha consentito di riscontrare 32.392 violazioni prevenzionistiche (+1%) mentre per gli aspetti relativi all’evasione di premi INAIL e al mancato versamento di contributi INPS il numero di aziende ispezionate è rimasto invariato, e gli accertamenti riscontrano un dato di circa 81 milioni di euro di mancati premi versati e di circa 1.1 miliardi di euro relativi ai contributi sociali non corrisposti.


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