EU-OSHA ha recentemente pubblicato due schede grafiche che approfondiscono il problema delle molestie sessuali sui luoghi di lavoro e in generale della violenza sui luoghi di lavoro, situazioni più frequenti di quanto si possa pensare che possono avere gravi conseguenze e che, se riconosciute per tempo, possono essere analizzate e prevenute.
Le infografiche sono disponibili in lingua inglese e descrivono i criteri per riconoscere tali situazioni, analizzando le possibili conseguenze sulle persone che ne sono vittima e proponendo strumenti efficaci per la prevenzione e il contrasto.
La prima scheda affronta il tema delle molestie sessuali, intese come la violazione della dignità della persona mediante atti intimidatori che creano un ambiente ostile, degradante e di sospetto attraverso comportamenti aggressivi verbali o fisici..
I dati dimostrano che nel 2017 in Europa sono state denunciate molestie sessuali sui luoghi di lavoro che coinvolgono 2,5 milioni di lavoratori (circa l’1% della forza lavoro complessiva) e che il 13% degli impiegati in alberghi e ristoranti hanno vissuto o sono stati testimoni di esperienze del genere. Inoltre tali dati sono mascherati dai condizionamenti sociali delle vittime, che spesso per paura di ritorsioni o di aggressioni, non parlano delle molestie subite, solo il 4% delle persone che hanno subito molestie lo raccontano ai colleghi o ai responsabili. È molto probabile quindi che il fenomeno abbia una portata ben superiore a quella registrata.
Le donne sono tre volte più a rischio degli uomini, tipicamente nelle professioni di carattere prevalentemente femminile (quali le infermiere o le cameriere) e in quelle in cui vi è un ruolo di forte dominanza del genere maschile (quali le forze dell’ordine o gli autisti di mezzi pubblici). Il 61% delle donne con ruoli impiegatizi riporta di avere subito molestie sessuali sui luoghi di lavoro e il 32% di questi racconta di avere subito le molestie da parte di colleghi, capi o clienti.
Le principali conseguenze più tipicamente riscontrate nelle vittime di abusi sono riconducibili allo sviluppo di forme di ansia, di stress, di imbarazzo e una maggiore vulnerabilità che le rende maggiormente soggette a ulteriori molestie. Tutto ciò può avere anche ripercussioni sulla produttività, in termini di aumento dell’assenteismo, nelle richieste di turn over e nella mancanza di autostima.
La gravità della situazione e la diffusione del fenomeno impongono a aziende, governi e enti di controllo di adottare una politica di zero tolleranza, attuando misure di contrasto quali ad esempio lo sviluppo di procedure interne per l’identificazione, la segnalazione e la consapevolezza della situazione, sensibilizzando gli impiegati ad una maggiore attenzione a comportamenti inadeguati che vanno portati alla attenzione della direzione e non nascosti, con l’obiettivo di eradicarli dai luoghi di lavoro.
La seconda scheda affronta il tema delle violenze sui luoghi di lavoro, fenomeno anche questo molto diffuso e spesso sottovalutato in relazione all’incidenza reale e alle possibili conseguenze sia sulla sfera psico-fisica dei lavoratori che sulla produttività delle aziende.
In Europa il 57,4% dei lavoratori ha a che fare con relazioni complesse che potrebbero esporli al rischio di aggressione fisica e/o verbale, e il 4% riporta di essere stato vittima effettivamente di violenza di tipo fisico. Sono molti i lavoratori potenzialmente esposti, in particolare i soggetti che lavorano su turni notturni, in contesti sociali complicati, che trasportano o maneggiano merci preziose o che operano in attività solitarie. La direttiva comunitaria 89/391 del 1989 impone ai Datori di Lavoro di tutelare l’integrità fisica dei propri collaboratori. Tale disposizione deve essere recepita e messa in pratica attraverso l’adozione di misure procedurali e tecniche quali, ad esempio, le riduzione delle attività solitarie, la limitazione dei contatti con potenziali aggressori, l’introduzione di misure procedurali rivolte a garantire la trasparenza delle informazioni ai clienti e la revisione periodica degli ambienti di lavoro maggiormente a rischio che dovrebbero essere provvisti di sistemi di videosorveglianza di sicurezza e di adeguate vie di fuga.