Incendio caldaie e generatori calore domestici, guida VVF

 

11 Marzo 2016

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È stata recentemente pubblicata sul sito dei Vigli del Fuoco, la guida “Le cause d’incendio e/o di esplosione nelle caldaie e generatori di calore in ambienti domestici“, uno strumento rivolto a tutti gli utilizzatori domestici di caldaie.

La guida esordisce con alcuni dati statistici relativi agli incidenti domestici in generale, e in particolare alla significativa proporzione che tra questi ricoprono gli incidenti dovuti a problemi alle caldaie o agli scarichi dei fumi in atmosfera. In Italia si verificano mediamente 167 incidenti all’anno riconducibili a problemi agli impianti di distribuzione termica (inadeguata evacuazione dei fumi, dispersione di gas, combustione incontrollata o errata), con esiti in alcuni casi mortali (dati tratti dalla “Statistica incidenti da gas combustibile in Italia –anno 2014” pubblicata dal Comitato Italiano Gas – CIG).

In base alle nuove disposizioni normative è obbligatorio sottoporre le caldaie a controlli periodici con frequenze stabilite dal produttore dell’impianto in genere ogni uno o due anni. Questa manutenzione obbligatoria è finalizzata a mantenere l’apparecchio in condizioni di adeguata efficienza. È inoltre obbligatorio il controllo dell’efficienza energetica (anche noto come controllo dei fumi) da effettuarsi ogni 4 anni da parte di enti certificati (salvo indicazioni differenti da parte della regione di competenza), queste verifiche sono invece finalizzate a verificare il rendimento e la concentrazione di ossido di carbonio nell’aria.

Entrambe le verifiche sono fondamentali sia per mantenere i livelli di consumo a livelli adeguati sia per garantire che l’impianto lavori in condizioni di sicurezza e sia, quindi, meno probabile il verificarsi di un incidente. L’esito dei controlli deve essere registrato sul libretto della caldaia, documento obbligatorio l’onere della cui tenuta è a carico del proprietario.

I principali rischi a cui si può essere esposti in caso di mancata effettuazione dei controlli previsti dalla legge sono di quattro tipi: a) la perdita di gas con possibile intossicazione e/o esplosione, b) l’accumulo di monossido di carbonio con possibile asfissia, c) l’incendio del combustibile e d) gli incendi dovuti a problemi negli impianti elettrici che alimentano la caldaia (fonte di innesco con possibile conseguente esplosione del gas combustibile).

La guida prosegue con la descrizione tecnica delle diverse tipologie di apparecchi produttori di calore e delle caratteristiche e requisiti costruttivi ed impiantistici che devono possedere: distanza dal gas combustibile, dimensioni del comignolo, recupero dei gas di condensazione, zone di reflusso, livelli di temperature massime raggiungibili, corretta ventilazione, canne fumarie collettive ramificate o singole. Per ognuna di queste caratteristiche vengono quindi identificate le principali cause di incidenti in caso di scorretta o inadeguata manutenzione o difetti di costruzione e/o installazione, in riferimento alle linee guida comunitarie e alle disposizioni normative attualmente in vigore.

L’opuscolo informativo termina con una serie di approfondimenti relativi ad apparecchi di recente introduzione (stufe a condensazione) che stanno gradualmente sostituendo gli impianti di precedente costruzione e ad una serie di strumenti alternativi alla termoregolazione tradizionale con distribuzione a rete (stufe a condensazione, caminetto a legna, stufe a legna, a carbone, a gas e cherosene, catalitiche e ad infrarossi). Tali apparecchiature, anche se meno normate, necessitano comunque di accorgimenti ed attenzioni specifiche, sia a livello di installazione che di controlli periodici.


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