Chiusura della centrale Enel di Torre Valdaliga a Civitavecchia

 

30 Aprile 2010

sicurezza centrale enelDopo gli scioperi degli operai della centrale Enel di Torre Valdaliga a Civitavecchia per onorare la morte dell’operaio rimasto ucciso lo scorso 3 Aprile dalla fuoriuscita di ammoniaca da un tubo, il sindaco di Civitavecchia ha riunito in un tavolo tecnico con i rappresentanti di Provincia, Regione, Sindacati e parti sociali, sostenendo che tre morti in altrettanti anni all’interno della centrale elettrica sono troppe.
Al termine della riunione è stata decisa con un decreto la chiusura dell’impianto “per il tempo necessario a fare chiarezza definitiva su quanto accaduto”, così ha spiegato la decisione il primo cittadino di Civitavecchia.

Soltanto dopo le ispezioni necessarie ad opera degli enti istituzionali preposti, quali Inail e Ispesl, che garantiranno, la messa in sicurezza dell’impianto e la salute dei lavoratori delle oltre 240 ditte che operano nella centrale, sarà possibile riaprire la produzione dell’impianto.
In proposito il segretario regionale della Cgil Lazio, Claudio Di Berardino, intervenendo al tavolo tecnico nell’aula consiliare ha ribadito che: “per le verifiche subito e per il monitoraggio della sicurezza in futuro, nella centrale di Torre Valdaliga Nord serve una task force di esperti degli enti preposti perchè dall’ottobre 2007 ad oggi abbiamo contato un morto ogni otto mesi. E questo è inaccettabile”.

Infatti nonostante la centrale dal 2005 sia stata convertita a carbone pulito la situazione non è migliorata, in quanto costituisce un universo variopinto di imprese, sia perché appartenenti a numerose categorie merceologiche, sia perché operati in appalto, subappalto, come cessionarie, per cui è molto difficile se non impossibile mettere ordine in materia di sicurezza e salute dei lavoratori.
Il sindaco della cittadina laziale, Giovanni Moscherini, all’annuncio della decisione del decreto di chiusura della centrale ha rassicurato i cittadini che non ci saranno effetti sulla rete elettrica, in quanto la società che ne gestisce la diffusione la convertirà su un impianto di sostituzione.
Fiom e Comune adiranno comunque le vie legali, costituendosi parti civili nel processo di accertamento delle responsabilità.

Intanto l’Enel difende la sicurezza dell’impianto, facendo sapere per bocca di suoi rappresentanti che non condivide la decisione del primo cittadino di Civitavecchia e sostenendo che le verifiche sulla sicurezza delle condizioni di lavoro “possono essere effettuate senza fermare l’operatività del sito”.
Intanto la magistratura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, ad oggi dieci persone risultano iscritte nel registro degli indagati; si tratta di 7 dirigenti Enel, tra cui il direttore della centrale di Torre Valdaliga Nord, due dipendenti della ditta Guerrucci, in cui lavorava lo stesso operai morto ed un dipendente della ditta Chiodi, che il giorno prima era intervenuta sulla tubatura in cui poi si è verificato l’incidente mortale.


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