Smaltimento rifiuti

 

rifiutiLe misure di prevenzione e gli aspetti relativi alla valutazione e gestione dei rischi nell’ambito del settore dello smaltimento rifiuti, meritano una particolare attenzione sia per il potenziale pericolo intrinseco nei rifiuti stessi, che per la diffusione delle attività e degli operatori coinvolti.

Una recente pubblicazione di dati da parte dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha evidenziato una diminuzione della quantità di rifiuti prodotti pro capite, una tendenza che riflette la situazione Europea e che trova ragione d’essere sia nella crisi economica che in una più attenta modalità di gestione dei rifiuti, con il risultato di un contenimento nella produzione degli stessi (circa il 6% in meno nel triennio 2010-2012). I dati presentati lasciano intuire che la tendenza possa essere confermata anche nei prossimi anni, in ogni caso attualmente in Italia la produzione pro capite annua di rifiuti si attesta intorno ai 500Kg; numeri che moltiplicati per la popolazione ed in considerazione della elevata densità demografica, danno un’idea dell’estrema diffusione dell’attività e, di conseguenza, dei rischi ad essa connessi.

Prima di entrare nel dettaglio dell’analisi dei rischi del settore, è opportuno definire i contorni della classificazione dei rifiuti, che possono essere ripartiti in “pericolosi” e “non pericolosi”; tutti i rifiuti classificati come pericolosi ai sensi della direttiva Europea 75/442 ricadono nell’applicazione della normativa SISTRI di recente introduzione in Italia, che ne regolamenta la produzione, il trasporto e lo smaltimento.
In questo approfondimento ci occuperemo invece del settore dei rifiuti solidi urbani (RSU), che a differenza di quanto si possa pensare, non appartengono necessariamente alla categoria dei “non pericolosi” e che interessano evidentemente la totalità della popolazione, almeno per quanto riguarda la produzione.

I rischi per la sicurezza e salute degli operatori ecologici

Le diverse fasi che seguono la produzione del rifiuto (raccolta, gestione e smaltimento) interessano invece un minor numero di individui, cioè gli operatori ecologici, impiegati in ognuna delle tre distinte fasi.
Indipendentemente dalle modalità stabilite per la raccolta (micro-raccolta piuttosto che conferimento in cassonetti), gli operatori ecologici che se no occupano risultano esposti ad una serie di pericoli potenziali che devono essere oggetto della valutazione dei rischi dell’ente erogatore del servizio (generalmente l’azienda incaricata dall’ente locale piuttosto che lo stesso municipio).

Raccolta rifuti

I rischi professionali a cui sono esposti quotidianamente gli operatori che si occupano della raccolta, sono numerosi e non sempre facilmente intuibili a priori; tra questi i più comuni sono il rischio biologico, il rischio movimentazione manuale dei carichi, il rischio del lavoro su strada, il rischio di tagli e punture, il rischio da stress termico e meccanico (fatica, vibrazioni).
Le principali misure di prevenzione partono, come sempre, da una adeguata formazione ed informazione del personale addetto, da una corretta organizzazione della logistica lavorativa e dalla fornitura di adeguati dispositivi di protezione individuale (guanti anti-taglio, calzature antinfortunistiche ed in alcuni casi indumenti e occhiali protettivi).

Gestione rifiuti

I rischi professionali legati alla gestione dei rifiuti non differiscono molto da quelli oggetto della precedente valutazione; nei casi in cui la raccolta differenziata non sia prevista, o non sia adeguatamente regolamentata, è opportuno effettuare una formazione specifica che comprenda gli aspetti dovuti ad eventuali interazioni tra le diverse tipologie di rifiuti, che possono situazioni di potenziale pericolo sviluppando per esempio esalazioni tossiche o soluzioni corrosive (si pensi agli acidi delle batterie).

Smaltimento rifiuti

Merita particolare attenzione la fase dello smaltimento dei rifiuti, che espone gli operatori impiegati nelle discariche, negli inceneritori e negli impianti di stoccaggio temporaneo a rischi di natura più eterogenea, più complessi quindi da valutare, con la naturale conseguenza che anche le misure di prevenzione e protezione da adottare debbano essere più articolate ed efficienti.
Gli addetti a questa tipologia di attività sono infatti esposti sia ai rischi direttamente connessi alla manipolazione delle diverse tipologie di rifiuti, e quindi alle sinergie già citate che possono svilupparsi, che a quelli connessi con gli impianti di smaltimento e di distruzione.
Tra i rischi maggiormente significativi vi sono, a titolo esemplificativo, i seguenti:

Pressoché in tutti gli impianti di smaltimento rifiuti si ritrovano elevate concentrazioni di cariche batteriche e fungine, che si sviluppano spontaneamente ove vi sia presenza di rifiuti organici; la proliferazione batterica e le contaminazioni fungine, sono significativamente più elevate in estate, perché favorite dalle temperature elevate e negli ambienti umidi o poco areati.
È importante quindi elaborare misure di prevenzione che partano dalla progettazione stessa degli ambienti di lavoro e degli impianti di aspirazione e di ventilazione, in modo che vi siano opportune zone filtro ed una adeguata separazione tra gli ambienti di lavoro a rischio diverso.
Anche la presenza di polveri, sia negli ambienti chiusi che in prossimità delle macchine che movimentano elevate quantità di rifiuti, costituisce un significativo rischio chimico, la cui esposizione prolungata può generare patologie a lungo e medio termine nei lavoratori esposti.
Come già accennato infine, la presenza di macchine ed attrezzature comporta un rischio non trascurabile, riconducibile sia a difetti delle attrezzature stesse (mancanza o non adeguata manutenzione) che ad un utilizzo improprio o scorretto.

Per quanto riguarda quindi le misure di prevenzione e protezione, è ancora una volta importante sottolineare come non si possa prescindere da un’adeguata formazione degli operatori, che risulta essere lo strumento prioritario ed essenziale per poter creare una vera e propria cultura della sicurezza; a questa fanno da corredo i dispositivi di protezione collettivi (sistemi di aspirazione e barriere di protezione sugli strumenti) e quelli individuali (Indumenti di protezione, maschere, respiratori, guanti e calzature).

 


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