Rischi nuovi ed emergenti, Eu-Osha su indagine ESENER2

 

07 Aprile 2016

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EU-Osha ha recentemente pubblicato una relazione preliminare relativa ai risultati emersi dalla seconda indagine riguardante i rischi nuovi ed emergenti sui luoghi di lavoro (ESENER2); una prima indagine era stata condotta e pubblicata nel 2009; rispetto al precedente questo nuovo studio considera anche i settori di pesca e agricoltura, così come le micro imprese (5-10 dipendenti).

Le informazioni sono state raccolte rivolgendo ai dipendenti pubblici e privati domande relative ai rischi maggiormente presenti nelle aziende di appartenenza, a come vengono gestiti e comunicati, alle principali criticità sull’adozione di adeguate misure di prevenzione e protezione e al coinvolgimento dei lavoratori nel sistema di gestione della sicurezza aziendale.

L’indagine è stata condotta all’interno dei 28 stati membri dell’Unione con l’aggiunta di Albania, Islanda, Montenegro, Norvegia, Serbia, Svizzera e Turchia e ha coinvolto circa 50 mila imprese con una attenzione particolare verso i rischi di natura psico-sociale (stress lavoro-correlato, mobbing, molestie e violenza sui luoghi di lavoro).

Un primo elemento emerso dall’indagine è che l’evoluzione continua dei luoghi di lavoro, derivante da cambiamenti di origine economica, tecnologica e sociale, impone una costante ed attenta revisione dei processi di rischio e degli interventi preventivi e protettivi, che seguono fisiologicamente gli scenari evolutivi delle imprese. Alcuni elementi significativi a riguardo sono per esempio il progressivo invecchiamento della popolazione lavorativa, l’integrazione in aumento di personale straniero e quindi le difficoltà comunicative, il contatto con clienti difficili e la pressione psicologica soprattutto in merito alla corretta gestione del tempo.

Dall’analisi risulta, in relazione allo sviluppo del sistema di salute e sicurezza, che nelle aziende intervistate i rischi più critici sono quelli derivanti dalle relazioni difficili, dal mantenimento di posture prolungate stancanti e da movimenti ripetitivi; in secondo piano risultano invece i rischi correlati all’impiego di attrezzature, da movimentazione dei carichi e da infortuni per il personale viaggiante.

Relativamente ai soli rischi di natura psico sociale, oggetto specifico della relazione, sebbene la percezione del rischio sia adeguatamente riconosciuta, la sensibilità rispetto alle misure rivolte a prevenirli non risulta altrettanto sentita; solo il 55% delle aziende coinvolte ha messo a punto protocolli di formazione ed informazione sui rischi specifici, coinvolgendo medici e specialisti in salute e sicurezza (solo il 16% si rivolge a psicologi del lavoro).

L’obbligo di valutazione del rischio viene rispettato dal 76% delle aziende coinvolte, in particolare l’Italia risulta essere al primo posto in Europa con il 94% dei soggetti obbligati che rispettano l’adempimento; il coinvolgimento del personale interno rispetto a questo punto vede primeggiare Danimarca e Regno Unito, in cui rispettivamente il 76% e il 68% delle imprese effettuano la valutazione dei rischi internamente; in Italia solo nel 10% delle aziende intervistate la valutazione è condotta da personale interno.

Quindi il dato che emerge dall’analisi delle motivazioni che spingono le aziende a ottemperare agli obblighi in materia di salute e sicurezza; la maggior parte (85%) rispetta gli obblighi per evitare sanzioni, una parte minore per rispondere alle richieste delle maestranze interne e infine solo poche per incrementare gli aspetti produttivi.

Il coinvolgimento dei lavoratori nello sviluppo e nel mantenimento di un efficace sistema di gestione della prevenzione aziendale, attraverso la partecipazione del Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza, risulta rispettato nel 60% circa delle aziende, che realizzano protocolli di sensibilizzazione dei lavoratori attraverso strumenti di dialogo e confronto.

In ultima analisi, il rapporto promuove la costruzione di una reale e consapevole cultura della sicurezza, condivisa in ambito comunitario, rivolta a sviluppare una mentalità che consenta, nel tempo, di migliorare i livelli di benessere psico-fisico dei lavoratori, con la finalità ultima di migliorare le condizioni di vita e sicurezza nelle aziende.

Estremamente interessante è la possibilità di consultare tutti i dati dell’indagine ESENER-2 attraverso un apposito Cruscotto interattivo che permette di visualizzare le informazioni statistiche filtrandoli per paese, dimensioni e settore commerciale dell’impresa, in considerazione delle diverse tipologie di rischio.

Info: relazione marzo 2016 Esener-2


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